Un omicidio in Piazza Carli
Le indagini del primo caso del
commissario Gino, a cavallo tra
tradizione artigianale e futuro digitale
Un omicidio in Piazza Carli
Le indagini del primo caso del
commissario Gino, a cavallo tra
tradizione artigianale e futuro digitale
* * *
Romanzo poliziesco con 9 foto
tredition Verlag
Hamburg
Paperback ISBN 978-3-7497-0771-3
Hardcover ISBN 978-3-7497-0772-0
e-Book ISBN 978-3-7497-0773-7
Titolo dell’opera originale:
Ein Mord auf unserer Piazza Carli.
Commissario Gino ermittelt in seinem ersten Fall zwischen handwerklicher Tradition und digitaler Zukunft
Traduzione dal tedesco di Paola Corsini
Informazioni bibliografiche della Biblioteca Nazionale Tedesca: La Biblioteca Nazionale Tedesca elenca questa pubblicazione nella Deutsche Nationalbibliografie (Bibliografia Nazionale Tedesca). Dati bibliografici dettagliati sono disponibili su internet all'indirizzo http://dnb.dnb.de.
© 2019 Willi Darr
L’opera è protetta da copyright in tutte le sue parti. Qualsiasi uso non espressamente consentito dalla legge sul copyright richiede l'approvazione preventiva. Questo riguarda particolarmente ristampa, duplicazione, modifiche, microfilmatura, oltre a memorizzazione ed elaborazione in sistemi elettronici.
Produzione e pubblicazione:
tredition GmbH, Halenreie 40-44,
D-22359 Hamburg
Alla mia famiglia
Alcuni suggerimenti per i lettori
In questo romanzo poliziesco si intrecciano tre storie diverse. La prima è parte indispensabile di ogni thriller: un omicidio e la soluzione del caso. Le altre due costituiscono lo sfondo e il terreno fertile per il crimine. Si possono chiamare "digitalizzazione" e "sostenibilità sociale". I dettagli e le correlazioni si scopriranno leggendo.
Tutti i fatti e tutti i personaggi di questo libro sono fittizi. Eventuali somiglianze con persone viventi, aziende, associazioni o storie non sono intenzionali ma puramente casuali.
In fondo ad alcuni capitoli sono state inserite nove fotografie, scattate ed elaborate dall'autore, che illustrano in immagini le connessioni con lo svolgersi dell'indagine e la presenza (inventata) dei personaggi, e che dovrebbero far riflettere.
Buona lettura!
Indice
(1) Una mattina presto in paese
(2) Un gran lavoro per il commissario
(3) I suoi primi pensieri
(4) Chi era il morto?
(5) Solo domande e ancora nessuna risposta
(6) La prima luce nel buio
(7) L’autopsia
(8) Fior d’Arancio
(9) Il morto e il passato
(10) Qualcuno conosce il movente
(11) Il colloquio da Vittorio
(12) L’approccio investigativo prende forma
(13) Finalmente un po’ di luce
(14) Il mondo di Edda
(15) Ora c'è chiarezza
(16) L’arresto
(17) Le indagini si possono concludere
(18) La difesa dell’imputato
(19) La prova finale
(20) Il primo caso di omicidio è risolto
(21) La seconda morte
(22) Il commissario e il futuro
* * * *
Elenco delle immagini
(1) Una mattina presto in paese
Il capitano Alberto ha passato una brutta notte, sua moglie Carla ha avuto la febbre alta così lui ha dormito proprio male e la sua giornata inizia già poco prima dell’alba. È contento che sua moglie adesso sia tranquilla e decide di fare un salto al suo bar preferito benché sia molto presto di domenica mattina. Sa che alla Casa del Dolce il suo amico Lucio fa un cappuccino delizioso e ha senza dubbio le migliori brioches del paese.
Dista solo pochi passi. Tutto tace, Asiago è ancora immersa in un sonno profondo. Il capitano Alberto s’immagina che tutti in paese siano in buona salute e quindi stiano dormendo. I parcheggi sono liberi e il paese è avvolto da un silenzio di tomba. In lontananza vede già la luce fioca della Casa del Dolce. L’ottima colazione lì è uno dei momenti più belli della sua giornata.
Ma improvvisamente un colpo sordo interrompe per un attimo questa quiete mattutina. Per un attimo pensa che anche qualcun’altro ha avuto una notte difficile. Dopo una simile nottata, pregustandosi già la colazione, si affretta ad attraversare la bella piazzetta di fronte alla chiesa, aprire la porta del bar e salutare con piacere Lucio.
“Ciao, Lucio, come va? Immagino di non doverti chiedere come hai passato la notte…”, dice il capitano Alberto al suo amico. “Oggi sono particolarmente contento di essere qui da te.”
“E’ una questione di abitudine”, risponde lui. “Sai che non abbiamo mai una notte tranquilla. E tu, che nottata hai avuto?”, chiede con interesse.
“Carla non è stata bene: mal di stomaco, un po’ di febbre, una nottataccia. Te lo puoi immaginare. Ma adesso si è addormentata e così ne ho approfittato per fare un salto da te. Oggi mi merito le migliori brioches e il miglior cappuccino di sempre, ne ho proprio bisogno. Guarda Lucio, a quest’ora è tutto vuoto, il paese, le piazze, le strade, i pensieri … e anche lo stomaco.”
Lucio sorride e gli dà ragione. Prende un piattino bianco, con maestria mette sopra un tovagliolo di carta, prende con la pinza dal cesto due brioches appena sfornate e le allunga al capitano.
“Il cappuccino arriva subito. Spero che il tuo desiderio delle mie migliori brioches sia esaudito anche oggi!”
Il capitano Alberto si gode questo momento mattutino come una breve vacanza. Tutti i pensieri della notte e la stanchezza si dissolvono, un calore mentale lo pervade. Ora si sente visibilmente meglio.
“Mi ha fatto proprio bene, mi hai salvato la mattinata per oggi. Adesso passo velocemente dalla chiesa e vado a vedere come sta mia moglie. Dammi per favore altre due brioches che gliele porto, così anche lei potrà gustarsi questa delizia mattutina.”
“Volentieri”, dice Lucio contento allungandogli un sacchettino.
Il capitano Alberto paga, ringrazia per il bell’inizio di questa domenica mattina e si dirige verso la chiesa. Anche ora per strada non c’è anima viva. Pensa al rumore sordo che ha sentito e immagina che almeno in quel momento non era solo per strada. I negozi e le vetrine aspettano i primi clienti, ma senza luce, senza commessi e senza passanti curiosi è come un vicolo morto.
Gira a sinistra nel piazzale oltre l’edicola e il palazzo del Comune. Non incontra anima viva, in effetti non c’è nessuno che ha voglia di essere in giro a quest’ora di domenica mattina. Arriva in Piazza Carli davanti al Duomo e vede una figura maschile seduta su una panchina. Che strano, pensa il capitano Alberto. Lo sapeva che non era solo. Con un sorriso in volto si avvicina alla panchina e già si rallegra all’idea di scambiare altre quattro chiacchiere e pensa a come potrebbe iniziare la conversazione. L’interlocutore, invece, pare essere molto riservato e non si è neppure mosso. Avvolto in una coperta, siede comodamente su una delle nuove panchine con lo schienale alto che l’amministrazione comunale ha fatto installare lo scorso anno.
“Buongiorno! Come va? Anche Lei sveglio presto?”, il capitano Alberto attacca discorso.
Ma il suo interlocutore resta seduto immobile e quando gli si siede accanto gli prende un colpo: l’uomo è senza vita, gli occhi guardano nel vuoto, la pelle è pallida e appena sposta la coperta vede che è tutto insanguinato. È morto.
“Oh mio Dio”, esclama. “Non posso crederci, un morto in Piazza Carli.”
Vuole chiamare la Polizia ma ha lasciato il cellulare a casa: per fare due passi fino al bar e per non disturbare sua moglie che sta riposando non serve il telefonino. Si guarda intorno ma non c’è nessuno. Non gli resta che andare al Comando di Polizia in centro. Prima aveva pensato di correre alla caserma dei Carabinieri, ma è troppo lontana. Suona alla porta d’ingresso ma, non ottenendo risposta, dopo qualche secondo suona di nuovo a tutta forza. Arriva Michele che aveva avuto il turno di notte e si vede, sembra addormentato. Ma in effetti è ancora molto presto ed è domenica mattina.
“Michele, sbrigati. C’è un morto in piazza”, urla al poliziotto. “Vieni con me e avvisa la Scientifica. Temo sarà una domenica mattina movimentata e impegnativa.”
“Ok con calma, capitano. Cos’è successo?”, gli chiede Michele un po’ alterato. Per abitudine chiama Alberto ancora con il suo titolo ‘capitano’ anche se in effetti da qualche mese è in pensione.
“Devo ripetertelo? C’è un morto in Piazza Carli, la nostra piazza!”
“Vengo subito!”, ribatte Michele ormai sveglio.
I due si dirigono in fretta verso la piazza ancora completamente vuota. Persino per i cani sembra essere troppo presto.
“C’è già luce ma è ancora troppo presto di domenica mattina”, mormora il capitano Alberto tra sé e sé.
Michele sa come si deve procedere. Per questi casi c’è un servizio di emergenza della Polizia con cui si è subito messo in contatto. Oggi è di turno Fabio e ha radunato i suoi colleghi. Neanche mezz’ora dopo arrivano in Piazza Carli con un veicolo di Pronto Intervento. Nel frattempo Michele e il capitano Alberto hanno cercato le prime tracce ma non hanno trovato niente. Adesso saranno Fabio e il suo team a prendere in mano la situazione in modo professionale. L’ospedale è stato informato e il Dottor Lino, il medico responsabile, arriva poco dopo anche lui in piazza. Con parole scarne constata il decesso dell’uomo.
“Non l’ho mai visto da queste parti”, dice il medico.
“Neanch’io. Strano! E non ha con sé nessun documento, carta d’identità, patente, tessera sanitaria, cellulare. Nulla. Neppure uno scontrino o un biglietto del cinema. Niente di niente!”, riassume in poche parole Fabio. “Certamente non si tratta di morte naturale. Questo ve lo posso dire con assoluta certezza”, conclude dopo le sue prime osservazioni.
“Da subito non ha dato l’impressione di essere una morte naturale. È un omicidio!”, ribatte secco il capitano Alberto. “E hai visto come è stato avvolto bene nella coperta? Quasi come una mummia egiziana. Come se l’assassino volesse preparare al meglio la sua vittima per il suo ultimo viaggio.”
“Sei tu che l’hai trovato, Alberto?”, chiede Fabio. “Ci sono altri testimoni?”
“Guardati un po’ intorno. Non c’era anima viva, solo ora comincia a vedersi qualcuno. Stamattina non c’era nessuno per strada. E lo sparo l’ho sentito come un botto sordo, senza capire cosa fosse. Fabio, penso dovremmo coprire la vittima con un telo per proteggerla dagli sguardi dei curiosi almeno fino a quando il carro funebre la porterà via.”
“Già previsto”, lo liquida Michele. “Fra qualche minuto arriva Davide, hai presente, l’addetto dell’impresa di pompe funebri.”
“Bene! Allora adesso io me ne vado a casa a vedere come sta mia moglie. Credo avrete abbastanza da fare stamattina. Se posso esservi utile in qualche modo sapete dove trovarmi. E, per favore, tenetemi informato”, il capitano si congeda dai colleghi come ai vecchi tempi.
Lascia la scena del delitto e si avvia lentamente verso casa con il sacchetto con le due brioches. Spera che sua moglie stia ancora dormendo. Apre la porta senza far rumore ma il profumo di tisana calda gli fa capire che sua moglie si è già alzata.
“Tutto a posto, tesoro?”, gli chiede lei, anche se la domanda sarebbe dovuta venire da lui.
“Un morto nella piazza della Chiesa. Ammazzato. Gli hanno sparato. E l’ho trovato io.
Se ne sta occupando Fabio”, Alberto le comunica la triste novità del giorno.
“Eh? Cosa? Non ci credo. Un morto. E chi sarebbe? E perché poi? Sai già qualcosa di più?”
“No, assolutamente niente. Fabio sta iniziando ora le indagini.”
“Non ci posso credere. Proprio davanti alla chiesa. E nessuno ha visto niente? Che strano. Chi può essere capace di un gesto simile? E deve essere una persona che vive tra di noi. Impensabile!”
“Guarda cosa ti ho portato per colazione. Come sempre Lucio si è dato da fare e queste sono le migliori brioches del mondo, solo per te. Anche se in effetti con la tisana.… Però in ogni caso ti faranno iniziare bene la domenica.”
“Grazie per aver pensato a me, apprezzo molto il gesto!”, lo ringrazia sua moglie sorridendogli, anche se scioccata dal macabro omicidio.
“Alberto, non posso immaginare di trovarmi accanto a un assassino quando sono dal macellaio o al panificio. Potrebbe essere stato chiunque dei nostri concittadini, anche se non voglio immaginare nessuno capace di uccidere. Ma pare sia così. Sai cosa significa questo? Che ho paura a uscire. Alberto, devi trovare in fretta il colpevole! Puoi comprendere il senso di insicurezza che provo? E pensa alle famiglie con bambini. Sono certa che tutti provano la mia stessa sensazione. Alberto, guarda come un singolo fatto cambia le cose da un momento all’altro. Non avrei mai potuto credere che fosse possibile. Terribile! Un omicidio nel nostro paese, in Piazza Carli, la nostra piazza!”, ripete sconcertata.
La vecchia panchina © Darr 2018
(2) Un gran lavoro per il commissario
“Penso che la prima parte sia fatta”, esclama Fabio riassumendo il lavoro del suo team. Impronte di scarpe non ne sono state trovate, la sua speranza è quella di trovare indizi nel foro della pallottola nel petto e certamente nelle impronte sulla coperta in cui è stato avvolto. Da solo non era certo più in grado di impacchettarsi così!”
“Michele, come butta? Avete trovato i bossoli? Da qualche parte devono pur essere!”, la voce di Fabio rimbomba in tutta la piazza.
“Purtroppo niente, quegli affari lì sono così piccoli. Ovviamente prima abbiamo analizzato la direzione dello sparo partendo dalla posizione del morto, però niente da fare!”, replica Michele.
“Allora chiudete la piazza e controlliamo tutto. Da qualche parte devono essere finiti e li troveremo”, ordina Fabio al team di poliziotti.
“Tutta la piazza? Come si fa?”, chiede Michele.
“Ce la potete fare, e se no ce la fate lo stesso”, ripete Fabio con tono duro.
Nel frattempo è arrivata anche la stampa e la piazza, prima così vuota, si è riempita in fretta. Chiaramente anche tutti i fedeli che stavano andando in chiesa sono venuti a conoscenza del triste fatto accaduto, e il parroco è passato a benedire la salma, chiedendo come dovesse procedere.
“Non lo so neanch’io, parroco. Non sappiamo neanche chi sia né da dove venga. Iniziamo le indagini e la terremo informata”, risponde Fabio in tono professionale, ma dalla sua voce trapela un po’ di insicurezza perché si trova per la prima volta di fronte ad un evento unico che non sa bene come gestire: è il primo omicidio in questa tranquilla cittadina sui monti.
“Chi si occupa dei casi di omicidio, Fabio?”, chiede Michele.
“Eh, chi? Il commissario Gino, il nostro commissario. Non l’avete ancora contattato?”, vuol sapere Fabio.
“Ho provato a cercarlo sul cellulare e sono riuscito a contattarlo, ma sta facendo colazione con la sua famiglia in una piazzetta da sogno al mare. Ovviamente non era entusiasta e stava pensando a come poteva organizzarsi, ha blaterato qualcosa…interrompere la vacanza con la famiglia e arrivare qui al pomeriggio o qualcosa di simile. Dovremmo già preparare tutto e raccogliere i documenti. Più facile a dirsi che a farsi”, risponde Michele.
“I bossoli ci aiuterebbero, Michele. Datevi da fare! Ci vediamo al Comando”, ordina Fabio andandosene.
“Il commissario si trova un bel lavoro da affrontare: un morto ma nessun nome, nessuna arma, nessun bossolo, nessun movente e tutto questo in una domenica mattina di sole”, pensa Michele ad alta voce.